BANJA LUKA
Finalmente trovo il tempo per raccontare qualcosa delle nuove, fenomenali e inevitabilmente surreali avventure balcaniche tra agosto e settembre. Sono così tante le immagini, le risate, i volti, che condensare tutto in poche parole mi riesce difficile. Ad Agosto io e Gisela siamo andati in Bosnia, precisamente a Banja Luka, per partecipare al rutilante caravanserraglio europeo dello Youth Exchange, e al festival Creative August, ospiti dell'Associazione Zdravo Da Ste. Con il laboratorio di fumetti ci siamo occupati di un argomento caldo, la mobilitazione locale per difendere Picin Park, un parco urbano aggredito da un progetto di speculazione e indicibile corruzione. Qualcosa di inedito per queste zone, non la corruzione ovviamente, ma la mobilitazione civile. Un dettaglio significativo: Picin Park si traduce letteralmente come Parco della Vagina, o ancora meglio, Parco della Fica. E gli slogan erano del tipo: Il parco della Vagina stuprato dai Grattacieli Pene, oppure “Lasciate il parco ai cavalli onesti!”. Sotto il flusso ispiratore del popolo abbiamo creato tra gli altri un fumetto intitolato “Park Wars” nel quale raccontavamo le vicissitudini dei Banja Luka Skywalkers contro l'Impero della corruzione. Mi ha colpito la frase di un giornalista, Aleksander Trifunovic: “La gente fatica a capire queste proteste pacifiche, perché in Bosnia non c’è mai stato un cambiamento senza violenza!”. L’esperienza è stata suggellata da una mostra collettiva al Centro Giovani (per l'allestimento abbiamo utilizzato i rami di uno degli alberi uccisi dalle ruspe e dal cemento) e da uno strepitoso concerto del nostro laboratorio di musica, trainato dalla Compagnia Algazarra del Portogallo, con un paio di macedoni, Katja e una ballerina argentina di mia conoscenza. Da un paio d'anni poi il logo del Creative August é un mio disegno, realizzato in una nottata del 2010, proprio qui a Banja Luka.
Ovviamente a Banja Luka non si può fare a meno di andare al Caffè Numero Uno, testimonianza fra le tante dell'amore sconfinato che gli ex jugoslavi nutrono per il Nostro Alan Ford.
Non mi stanco di ripeterlo: la Bosnia è una terra meravigliosa, e il canyon del fiume Vrbas è bello da impazzire. Ma soprattutto la vita è più semplice, i bar hanno ancora tavoli fatti con tronchi in legno grezzo, e i cartelloni pubblicitari sono ancora presenze sporadiche. La natura è ricca, rigogliosa, peccato che ci siano tante mine antiuomo ancora sparpagliate qua e là. Il paesaggio è pieno di montagne, come l’Abruzzo, con tanti paesini arroccati sulle cime, dai quali svettano non solo campanili, ma anche bianchi minareti. Un apresenza alla quale ti abitui e ti affezioni in breve, tanto che quando passi nella frigida e monoculturale Croazia ti senti mancare qualcosa. Da Banja Luka io e Gisela siamo andati a Sarajevo, dove ho potuto riconfermare il mio voto di amore per una città che quattro anni di assedio hanno potuto intaccare ma non distruggere nella sua unicità. Poi il ritorno. Il viaggio in barca all’andata è stato soffice e foriero di sogni ispirati, il viaggio di ritorno purtroppo funestato da una vera calamità...una carovana di pellegrini pugliesi di ritorno da Medjugorie!!
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