Approfittando della presenza contemporanea a Tufillo di Antonella Galvani, Yael Plat, Gaia Ceresi, Marina Masa, e ovviamente della padrona di casa, Federica Benemeo -tutte con esperienza nella stampa botanica- e sospinti dall'entusiasmo di Raffaele Di Giacomo della ditta di abbigliamento Dgiraffa, anche lui fervido seguace della tintura naturale, abbiamo deciso di organizzare un piccolo laboratorio conviviale presso la Fattoria Fonte Trocchi per condividere esperienze, conoscenze ed immergerci nei colori di questa straordinaria tecnica. Avevamo la sensazione che sarebbe stata un'esperienza indimenticabile per imprimere nelle nostre menti le sagome del mondo naturale che ci circonda, e così è stato. La pioggia del 7 agosto ha rallentato le operazioni, ma alla fine ci ha regalato delle atmosfere, sospese e nebbiose, di grande suggestione, e soprattutto il piacere di scaldarci al fuoco della pentola, mentre la "pozione magica" faceva i suoi effetti, in una giornata inusualmente fredda, per essere a inizio agosto.
Abbiamo sperimentato vari tipi di mordenzatura, vari tipi di tessuto, varie tecniche di applicazione dei pigmenti naturali ai tessuti. E' stato davvero interessante all'inizio assistere al dialogo tra le 5 "streghe" della tintura naturale, intrecciando storie ed esperienze come in un tessuto, per impostare il laboratorio. Emozionante la composizione del disegno, attraverso le foglie disponibili: eucalipto, ginepro, felci, pruni, rose, fico, quercia, pioppo, cipresso, fiori di finocchio e carota, geranio, tagete, cicoria, carciofo e chi più ne ha più ne metta. Il tessuto poi si arrotola su un bastone -che si può anche non usare per un risultato più libero- e si realizza un "roastbeef vegetale" da mettere in cottura, a vapore. Magico il momento dello scoperchiamento e successivo srotolamento -recitando la formula alchemica tu dillo tu fallo Tufillo- per ammirare finalmente l'impronta delle foglie, che può variare in colore e nitidezza a seconda delle essenze, ma anche del tipo di mordenzatura, del tessuto, della pentola e della cottura. Il telo grande che vedete nelle foto è un lino che Raffaele aveva nel suo magazzino, e risale all'attività storica della sua famiglia nel settore dell'abbigliamento. Appena fuoriuscito dalla "callara" l'abbiamo ribattezzato "la sindone di Tufillo" e guarda caso abbiamo poi "riconosciuto" nell'insieme la sagoma di Hermes, il caprone della stalla di Federica, con le corna stampate dalle foglie di eucalipto. Indispensabile in tutto questo l'apporto operativo di Nicolas Panelli che ha anche realizzato il disegno per l'iniziativa, con cui Raffaele stamperà delle magliette. Ci siamo divertiti tanto a stare insieme, mentre i nostri figli animavano il laboratorio. Abbiamo scoperto una nuova via di accesso alla natura, e una possibilità infinita di sperimentazioni che si potranno realizzare anche con relativa facilità nelle prossime notti autunnali, approfittando di una pentola in ebollizione, insieme ai bambini. Abbiamo applicato delle foglie e dei fiori sul cuore in un rituale collettivo, immaginifico e curativo. E sicuramente ripeteremo l'esperienza il prossimo anno. La strada delle tinture naturali è aperta.
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