martedì 24 dicembre 2013
mercoledì 6 novembre 2013
Komikazen 99%
Ed ecco il mio contributo per la mostra Komikazen 99%, in buona compagnia tra le tavole degli amici Zograf e Sonia Cucculelli. Si tratta di un lavoro preso in prestito dalle tavole che sto realizzando per il progetto Eu-Ropa, dedicato specialmente al tema degli abiti, e dei brand globali che ne dominano il mercato. Più a pennello non poteva essere. Partecipare al festival è stato bellissimo (ed è valso il capitombolo che ho dovuto fare dall'Olanda per esserci), non solo per il suo significato, ma perché è stato meraviglioso rivedere così tanti amici, diciamo anche colleghi, tutti insieme, tutti in azione, tutti parte del 99%. Poi ci sono state le 99 pizze, e poi l'apertura coincideva anche con la notte d'oro di Ravenna, quindi una notte di risate e rimpatriate in cammino tra i tesori della città. Bravo a Gianluca per essere riuscito a mettere tutti insieme, come abbia fatto non so...
Questa in alto è l'immagine guida del festival, disegnata da Shout, grande illustratore italiano. Il tema della manifestazione richiama lo slogan di Occupy Wall Street "We are 99%" da cui l'idea di creare un'azione collettiva con 99 disegnatori, che si ispira indirettamente all'attivismo artistico di Ai Wei Wei, per mostrare non solo un concetto (noi siamo il 99%), ma anche la maturità del fumetto come forma di espressione artistica e politica. Ci sono vari siti e media nazionali che hanno riportato notizia dell'evento, con una galleria delle tavole. Di seguito alcune, con il sito ufficiale del festival.
http://www.komikazenfestival.org/
A questa pagina trovate invece una carrellata di foto dell'evento
http://www.pinterest.com/assmirada/komikazen-99/
A questa pagina trovate invece una carrellata di foto dell'evento
http://www.pinterest.com/assmirada/komikazen-99/
Festival delle lettere 2013
Ad Ottobre ho partecipato alla mostra Buste Dipinte, curata da Luisa Castellini. Buste Dipinte è un progetto giunto alla sua VII edizione. È nato e cresciuto in seno al Festival delle Lettere, la prima manifestazione italiana dedicata alla scrittura in carta, penna e francobollo che ha visto giungere in questi anni oltre dodicimila lettere.
Ogni anno per Buste Dipinte alcuni artisti sono invitati a trasformare una busta del Festival in un’opera d’arte. Per vederla esposta allo Spazio Oberdan e nel foyer del Teatro dal Verme, dove si svolge la premiazione delle lettere. Ma soprattutto per vederla venduta. Ogni Busta, infatti, è offerta allo stesso prezzo: 500 euro, che ogni anno sono devoluti a un’associazione benefica diversa. quest'anno a Terre des Hommes.
In questi anni il Festival delle Lettere ha così potuto aiutare Emergency, AVSI per l’ospedale St. Kizito a Lagos in Nigeria, l’Associazione Gli Amici di Luca di Bologna per il progetto La Casa dei Risvegli, l’Associazione Il Focolare di Trieste che opera con i bambini in affido; Fondazione aiutare i bambini, CBM Italia Onlus e l’Associazione Banco Alimentare della Lombardia “Danilo Fossati”.
Le immagini di tutte le Buste Dipinte sono visibili oggi sul sito www.festivaldellelettere.it nella sezione dedicata.
mercoledì 11 settembre 2013
RIABITARE IL FUTURO è un progetto aperto di laboratori di costruzione e residenze artistiche nella Valle del Trigno e più in generale nei comuni dell’Alto Vastese, per promuovere il riuso e la valorizzazione di un patrimonio abitativo e paesaggistico vittima di decenni di abbandono, che comprenda una riflessione sull’agricoltura, sull’edilizia e possa egualmente divenire un campo di sperimentazione costruttiva, artistica e culturale. Riabitare il futuro significa tornare al passato, dalle macerie dell’economia capitalista globalizzata, rileggere e attualizzare forme tradizionali di occupazione e interazione sostenibile con il territorio, costruire nuovi manufatti, o semplicemente un nuovo immaginario, per progettare un futuro diverso, o semplicemente riappropiarsi di un futuro. Si mira a creare una rete di comuni, fattorie e strutture ricettive interessate agli eventi, generando un insieme di attività e iniziative che possano dare l’ottica di un sistema territoriale da promuovere, come meta culturale e turistica di interesse.
Coordinamento generale: Franco Sacchetti - sacchetti.franco@virgilio.it - 3396853464
Il progetto RIABITARE IL FUTURO 2013 é promosso da:
Associazione Centro Studi Montagna Vastese e Valle del Trigno: www.altovastese.it
Associazione Terrae Onlus: www.casediterra.it
Associazione Anonimanimali
LABORATORIO DI TECNOLOGIA & ARCHITETTURA VINDEX
Realizzazione di un forno in muratura con panchine
dal 27 al 29 settembre 2013, Biofattoria Licineto, Celenza sul Trigno
L’obiettivo del laboratorio è di illustrare la tecnologia (auto-produzione di mattoni tramite Eco-press Vindex) e la tecnica costruttiva Vindex in autocostruzione, con la realizzazione di un forno per le pizze e una conchiglia con sedute, come quella indicata nella foto soprastante.
Il forno, costituito da una cupola interna con mattoni refrattari ed esternamente rivestito con mattoni Vindex, sarà riempito (a sacco) con terra cruda. Le panchine, invece, avranno una forma simile a quella di una conchiglia e saranno realizzate con mattoni Vindex. Grazie all’uso di un particolare strumento (il compasso) le panchine saranno realizzate con estrema facilità e precisione. Il forno e le panchine si integreranno in seguito con il resto del progetto che consiste nella realizzazione di una cupola catenaria Vindex, adibita ad uso agricolo, i cui lavori cominceranno nei prossimi mesi.
Il laboratorio, che sarà condotto dall’arch. Jilani Khaldi, è un’anticipazione didattica di un vasto progetto centrato sulla risoluzione del problema delle abitazioni dignitose a basso costo e di un’architettura ecologica e sostenibile con una totale integrazione tra l’ambiente naturale e quello costruito.
La partecipazione al laboratorio è gratuita previo versamento contributo associativo di 10 euro al Centro Studi Montagna Vastese e Valle del Trigno. Possibilità di visitare il cantiere.
Info laboratorio: www.vindex.me - Jilani Khaldi: j.khaldi@oltrelinux.com - tel: 3334125647Info iscrizioni: www.biofattorialicineto.it - Massimiliano Aquilano: info@biofattorialicineto.it - tel: 3311234796
LABORATORIO DI BIOEDILIZIA WARA
Realizzazione di un modulo antisismico sperimentale, reversibile, quasi zero energia
dal 22 settembre al 20 ottobre, Fattoria Fonte Trocchi, Tufillo
dal 22 settembre al 20 ottobre, Fattoria Fonte Trocchi, Tufillo
Il laboratorio, coordinato dall’arch. Rainer Toshikazu Winter, consiste nella realizzazione di un modulo sperimentale passivo in legno e balle di paglia, rivestimento in intonaco di terra, col sistema costruttivo WARA, basato sulla semplicità di messa in opera, in gran parte realizzabile in autocostruzione, con una risultante economicità dell’intervento edile. Nello stesso tempo, WARA mira a garantire un alto comfort abitativo, dovuto alla scelta dei materiali costruttivi selezionati in base ad una valutazione critica del loro ecobilancio e la loro bio-compatibilità.
Il concetto parte da un involucro altamente performante ed energeticamente efficiente del tipo QUASI ZERO ENERGIA superando i livelli di prestazione energetica CLASSE A+ e PASSIVHAUS. Attraverso una buona progettazione, WARA abbina gli ottimi valori di isolamento all’apporto solare passivo, scegliendo l’orientamento al sole migliore. WARA considera la crescente richiesta di raffrescamento estivo nelle zone mediterranee, dando risposte efficaci ed economiche. Per questo motivo, WARA è pensato come sistema che integra intelligentemente i principi-base della BIOCLIMATICA mirando al raffrescamento passivo e la ventilazione naturale, sempre nell’ottica di garantire un alto livello di benessere abbinato a bassi consumi energetici, bassi costi di gestione e reversibilità dell’intervento. In particolare le fondazioni di cemento vengono in questo caso sostituite da viti antisismiche riutilizzabili alla fine del ciclo di vita della costruzione.
WARA non è un sistema basato su uno «stile» architettonico, ma si adatta alle necessità sia di carattere paesaggistico sia di contesto storico-culturale che in alcuni casi prevede il rispetto di certi canoni tipologici.
La partecipazione al laboratorio (secondo la propria disponibilità di tempo) è gratuita previo versamento contributo associativo di 10 euro al Centro Studi Montagna Vastese e Valle del Trigno. Possibilità di visitare il cantiere.
Info laboratorio: www.waralab.eu - Rainer Toshikazu Winter: email: winter@waralab.eu - tel: 3286171884 Info iscrizioni: Nicholas Panelli: cementobianco@yahoo.it - tel: 3343388448
sabato 8 giugno 2013
EU-ROPA
EU-ROPA è un progetto artistico dedicato ai vestiti, che rivestono e adornano i nostri corpi e al contempo spogliano altre persone di elementari diritti umani, impoverendo l’ambiente di risorse vitali.
EU-ROPA vuole stimolare una riflessione sul nostro stile di vita – attraverso le arti visive e performative – creando consapevolezza sulle condizioni di lavoro, favorendo l’empowerment dei lavoratori nel settore dell’abbigliamento.
Nell’Aprile 2013 il crollo di una fabbrica tessile in Bangladesh ci ha messo di fronte alla più grande catastrofe industriale dopo Bhopal, la peggiore nel settore dell’abbigliamento, con più di 1100 morti.
EU-ROPA è un progetto artistico che supporta la campagna Abiti Puliti
EU-ROPA is an artistic investigation about clothes - through the medium of performing and media arts – clothes that cover and smarten us up, give us identity and color, while depriving other people of basic human rights, and impoverishing the environment by their production.
In April 2013 the collapse of Rana Plaza factory building near Dhaka, Bangladesh, put all of us in front of the world’s worst industrial disaster after Bhopal, and the worst ever in the garment sector, with more than 1100 victims. That was just the last of a long black list of accidents and violations, involving the most important global brands, revealing a system of exploitation of human and natural resources which is just the B-side of our western society. We cannot turn our heads as we are part of this society, and we are all probably dressing - or have probably dressed – some clothes that are the result of a fundamental injustice. We cannot turn our heads since the awareness about what we wear involves also awareness about what we are, as individuals or society, and what we appear to be.
Clothes are mostly the reason why we put ourselves in front of a mirror, so the project “EU-ROPA” aims to put us in front of a mirror at a deeper level; in front of our condition as western citizens, fostering reflection about our life style; in front of our condition as human beings, since it is very pregnant to compare clothes covering up our body with our body covering up our soul as a permanent yet transitory dress. And as dresses can mean slavery for some people, also our bodies can be a prison for ourselves, if we don’t get the way to freedom.
The project will be developed by four people: two dancers, a video artist and a musician melting together their artistic languages. The final goal of the artistic project is the production of a Theatre-dance performance in which two dancers on stage will interact between themselves, and within clothes. Video projections and music will accompany their performance on stage adding elements or landscapes for their expressive movements, and layers of meaning to their investigation.
The title of the project EU-ROPA is a straight reference to the meaning of it: the name of our continent shown as composed by EU, which in portugues means “I” (but also it is the acronyme of European Union), and ROPA, that in spanish means clothes. The subtitle “Io abito qui” in italian means “I live here” or “this is my address”; “abito” in italian means “dress”, as this word is contained in the english word “address”. “EU-ROPA” is an artistic project which aims to spread awareness about social injustice and working conditions in the global garment and sportswear industries, supporting the European Clean Clothes Campaign.
In April 2013 the collapse of Rana Plaza factory building near Dhaka, Bangladesh, put all of us in front of the world’s worst industrial disaster after Bhopal, and the worst ever in the garment sector, with more than 1100 victims. That was just the last of a long black list of accidents and violations, involving the most important global brands, revealing a system of exploitation of human and natural resources which is just the B-side of our western society. We cannot turn our heads as we are part of this society, and we are all probably dressing - or have probably dressed – some clothes that are the result of a fundamental injustice. We cannot turn our heads since the awareness about what we wear involves also awareness about what we are, as individuals or society, and what we appear to be.
Clothes are mostly the reason why we put ourselves in front of a mirror, so the project “EU-ROPA” aims to put us in front of a mirror at a deeper level; in front of our condition as western citizens, fostering reflection about our life style; in front of our condition as human beings, since it is very pregnant to compare clothes covering up our body with our body covering up our soul as a permanent yet transitory dress. And as dresses can mean slavery for some people, also our bodies can be a prison for ourselves, if we don’t get the way to freedom.
The project will be developed by four people: two dancers, a video artist and a musician melting together their artistic languages. The final goal of the artistic project is the production of a Theatre-dance performance in which two dancers on stage will interact between themselves, and within clothes. Video projections and music will accompany their performance on stage adding elements or landscapes for their expressive movements, and layers of meaning to their investigation.
The title of the project EU-ROPA is a straight reference to the meaning of it: the name of our continent shown as composed by EU, which in portugues means “I” (but also it is the acronyme of European Union), and ROPA, that in spanish means clothes. The subtitle “Io abito qui” in italian means “I live here” or “this is my address”; “abito” in italian means “dress”, as this word is contained in the english word “address”. “EU-ROPA” is an artistic project which aims to spread awareness about social injustice and working conditions in the global garment and sportswear industries, supporting the European Clean Clothes Campaign.
production: Compañia Insomnia
music: Hernan Vives
drawings: Franco Sacchetti
Contact:
Gisela Fantacuzzi
gfantacuzzi@gmail.com
lunedì 27 maggio 2013
BITTA re-GENERATION IS OUT!!!
Lazies and Germans,
dear
readers, artists and friends,
Here we
are together again, in the second volume of Bitta Generation publication, which
brings you another collection of drawings, graphic art, short documentary
comics stories, street art and video animation art, that was all created during
the various meetings of the Bitta Generation network in the previous year.
This
time, we specifically publish artworks that were created during the workshops
that took place in Banja Luka , Bosnia , and Pančevo , Serbia ,
in August and September of 2012. Additionally, a number of artworks was also
collected through an open call.
Bitta
Generation, an international network of young artists who decided to dedicate
part of their time, skills and careers to support and discuss various
environmental actions in different local communities worldwide through their
art, has changed a bit since the publication of previous Bitta Book. In
general, our crew grew a bit bigger in the meantime, we have established new
partnerships and have broaden our range of international contacts – this time,
we bring you artworks of authors from Italy, Serbia, Macedonia, Spain, Cyprus,
Portugal, Bosnia, Croatia, Bulgaria, Slovenia and Romania. More than that,
Bitta crew has also mastered some new disciplines and tools in their activities
– besides comics, video animation and graphic art, we have broaden the spectrum
of our creative processes by including the graffiti and street art workshops,
as an important area of practice and tool of influencing the collective
consciousness of local communities.
If we
could compare the previous Bitta publication with a boat that is carrying a
group of passengers and stopping here and there in different ports, spending
some time in each stop in order to get inspired and initiate creative response
to the local context before embarking on into further adventures, this time we
could say that we almost upgraded Bitta to a kind of a spaceship. The spectrum
of topics has broaden to a more general, so to say global overview on local
problems and initiatives in the region of Balkans, including also innovative
formal interpretations of already known, universal environmental problems and
arguments that are floating around them. As last two years have brought the
blossom of participative democracy practices all over the world, personal and
informal engagement became the most often practiced model of contributing to
the global or communal changes. All over the world, common people are less and
less patient in their demands and their ability to cope with the compromises is
decreasing, which is something that Bitta Generation network strongly supports.
Living a conscious and responsible life as part of broader community, for us
means also being ready to contribute to the common goals and support the
changes with the means of your abilities, skills and contributions in specific
areas of your personal mastery and interest. Enjoy the Bitta Generation vol 2,
see you soon!
Bitta
Generation Team
P.S. Since we have almost ran
out of copies of Bitta Generation vol. 1, previous Bitta book is available as
online pdf at the following address:
The new Bitta book will be presented at Sofia Design Week,
and at "CRACK! Fumetti dirompenti" festival of indipendent comics in Rome
for more information: sacchetti.franco@virgilio.it, circoloarcichieti@yahoo.it, vladimir.palibrk@gmail.com
lunedì 13 maggio 2013
NOI RAGAZZI DELLO ZOO DI FASANO
Resoconto di un’esperienza terrificante: alcune settimane fa
ho dovuto accompagnare mia nipote alla gita di fine anno, seconda elementare.
Dove?! Allo Zoo-safari di Fasano! Fantastico….peccato non si tratti affatto di
uno Zoo-safari, ma piuttosto di uno Zoo-Luna park, dove la differenza tra una
tigre e un peluche di tigre, o tra una ruota dei divertimenti e una ruota di
pavone, è concettualmente inesistente. Diseducativo al massimo grado, proprio
il posto peggiore dove portare i vostri
bambini.
Eppure – benché gli zoo non mi piacciano affatto – mi ero
fatto l’idea che si potesse trattare di una struttura almeno dignitosa, dove
gli animali godono di ampi spazi ( e solo quegli animali che si possono
adattare senza troppe sofferenze al nostro clima). Mi immaginavo che avremmo
camminato a piedi lungo questi enormi recinti, e che ci fosse davvero la
possibilità di sostare in mezzo alla natura, immersi nella contemplazione degli
animali. Mi ero anche portato un album da disegno, pensa che ingenuo che sono…
Invece, dopo 4 ore di autobus, neanche siamo scesi. Entriamo
nel cosiddetto Zoo-safari direttamente con l’autobus. La passeggiata nello zoo
è stata così una interminabile coda di macchine, come in un qualunque
disperante ingorgo cittadino, tra confusione e smog, con la differenza che
nelle striminzite isole pedonali, o aree verdi a margine, c’erano tigri, leoni,
elefanti, giraffe, orsi, poveri animali.
Tutto da dietro un vetro, recinto dopo recinto, come in uno
zapping televisivo seduti sul proprio divano (esattamente quello di cui ha
bisogno un bambino di oggi, che magari non è mai stato in una fattoria a vedere nemmeno una gallina o una mucca). Intorno a tutto questo la giostra del divertimento
più becero, disgustoso e volgare, un vero bestiario del consumismo; il luogo
perfetto per genitori che vogliano abdicare al loro ruolo educativo, dove
lasciare i figli in preda ai loro vizi peggiori, ai capricci più patologici.
Un’apoteosi del kitsch e del nonsense, dove le immagini di
orsi polari e rinoceronti si sovrappongono impietosamente a quelle di castelli
fatati o tunnel dell’orrore, e Buddha rischia di essere scambiato per un
babbuino. Non ci credete? Guardate pure la foto…
E guardate bene le altre foto, ippopotami
gettati come sacchi di spazzatura in vasche di cemento, gorilla costretti a
fare il loro piccolo show tra i commenti volgarissimi dei passanti che gli
gettano da mangiare un bel kinder bueno, nonostante il divieto di dargli da
mangiare. E l’orso polare? Non ho avuto il coraggio di fargli la foto…troppo
dolore! Gettato in una misera piccola vasca di cemento, senza un centimetro di terra,
senza un filo d’erba, con all’orizzonte solo i murales di iceberg lontani, che non si sciolgono neanche ai 40° estivi.
Non ho avuto il coraggio di fargli la foto, ma ora che sto
scrivendo questo post penso che avrei dovuto farlo per denunciare meglio questo
schifo.
Appena tornato a casa ho subito cercato su internet denunce
rivolte allo zoo, e infatti ne ho trovate tante, come questa che vi invito a
leggere.
Ma se volete proprio divertirvi, andate sul sito dello zoo, dove troverete questa ispirata frase di presentazione, che si commenta da sola:
Potenti ruggiti al tramonto, versi inquietanti a volte quasi umani, sbuffi e fruscii misteriosi, penetranti odori di selvatico...giungla, savana, palude? Molto più semplicemente un paradiso di emozioni a due passi da voi, questo è lo Zoosafari di Fasano!
VERGOGNA ZOO DI FASANO VERGOGNA!!!
Un mese fa. Noi c'eravamo. Non so quanti eravamo, almeno ventimila. A Pescara sono scesi in campo 47 comuni, 17 partiti politici, la provincia di Chieti, 3 diocesi (Chieti, Pescara, Lanciano) 3 Parchi nazionali, un Parco regionale, 7 riserve e almeno 178 associazioni per il corteo organizzato dal Coordinamento delle associazioni e dei movimenti che si battono contro la deriva petrolifera. Al di là delle cifre, la più grande manifestazione di protesta mai svolta in Abruzzo negli ultimi decenni. Una manifestazione nata dal basso, dalla gente. Ci ha ridato fiato, cuore, ci ha restituito la voglia di continuare a lottare, perché ora sappiamo di essere tantissimi, e uniti. E' stata una giornata bellissima, il momento per tirare il fiato e abbracciarsi. Tanto non finisce qui, purtroppo, bisognerà continuare a lottare, non solo contro Ombrina, ma su nuovi fronti, come Scerni, dove c'è un progetto della Medoilgas per trivellare un pozzo esplorativo. Sono come gli zombies, i fautori dell'economia fossile, di un'economia oramai al capolinea, non muoiono mai...
Posto anche un VIDEO DELLA MANIFESTAZIONE
Per chi volesse maggiori informazioni e materiali ecco dei collegamenti:
http://notriv.blogspot.it/
http://blog.libero.it/emergenzambiente/
http://www.dorsogna.blogspot.com/
http://icolibri.blogspot.com/
http://www.wwf.it/abruzzo
sabato 13 aprile 2013
Ed eccoci di nuovo a manifestare...e, per quanto mi riguarda, a disegnare manifesti. Penso che saremo tantissimi a Pescara, il che mi rincuora. Solo da Vasto partiranno 3 pullman e un treno. E' un battaglia che non possiamo perdere, ne va non solo del nostro futuro, ma del futuro di tutto il bacino adriatico. Siamo proprio in partenza....mentre scrivo.
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