Questa è la foto del primo nido di
Fratino trovato in Molise, esattamente il 25 aprile scorso. Tre uova,
tra immancabili -oramai- detriti di plastica. Non poteva esserci
migliore maniera per festeggiare la ricorrenza, e non dimenticare
che, a lato della grande storia della Resistenza, c'é una storia
minima di resistenza che giorno dopo giorno i fratini scrivono,
opponendosi a suon di uova all'occupazione del loro habitat di vita.
È
una foto che ho condiviso
già qualche giorno fa sulla mia pag. fb Fratini d'Italia, che
ripropongo per richiamare stavolta l'attenzione non solo su
ciò che è ben visibile, ovvero il fratino -o meglio la fratina –
con le sue uova, bensì anche su ciò o chi non è visibile, poiché
rimane al di qua dell'obiettivo. Chi può avere scattato la foto?
Forse mamma fratina, che poi ha pensato di farsi anche un selfie da
inviare ai giornalisti? Ovviamente no, a scattare la foto è stato
Luigi Lucchese di Ambiente Basso Molise, l'associazione che da anni
si dedica con ammirevole tenacia alla tutela del piccolo limicolo,
che è anche il suo simbolo associativo. Dato il periodo di
quarantena, e visto che un nido di fratino uno non se lo trova
casualmente sotto i piedi, ma bisogna cercarlo, e soprattutto saperlo
cercare, possibilmente senza fare danni, la seconda domanda
pertinente è: come mai Luigi si aggirava sulla spiaggia, senza che
la polizia lo bloccasse e lo multasse? La risposta anche in questo
caso è semplice: effettuava un sopralluogo per la ricerca e
protezione dei nidi ufficialmente consentito dalla Regione Molise in
data 17 aprile con un'Ordinanza per la Tutela dell'avifauna di
interesse comunitario, nella quale ai Sindaci dei Comuni costieri si
richiede, "prima di inziare qualsiasi tipologia di lavoro sulla
spiaggia, o di rilasciare eventuali autorizzazioni o nulla osta, ai
titolari degli stabilimenti balneari, di attivare, su tutta la
spiaggia di propria competenza, un monitoraggio della nidificazione
delle specie di avifauna di interesse comunitario". Il Molise,
alla faccia di chi dice che non esiste, è stato la prima Regione
d'Italia a dotarsi di un simile provvedimento. Grazie, tra gli altri, all'interessamento di Simona Contucci, Assessore all'ambiente di Montenero.
Ma
riavvolgiamo il nastro di qualche giorno, per permettere a tutti di
comprendere, fino a inizio aprile quando, dopo quasi un mese di
lockdown, il fronte ambientalista teme una imminente ripresa delle
attività di sistemazione degli arenili: se ogni anno, di questi
tempi, è sempre una corsa contro il tempo a individuare le uova e
metterle in sicurezza (laddove necessario) prima che vengano
schiacciate da ruspe, trattori, inavveduti passanti, o deglutite da
avveduti cani a passeggio, quest'anno l'eccezionalità della
situazione fa temere addirittura una strage. Tanto più che il
Fratino si ritrova sprovvisto delle sue "guardie del corpo"
e mi riferisco a tutti gli attivisti che monitorano le sue attività,
e a maggior ragione dovrebbero essere liberi di farlo in un momento
tanto delicato. Fabio Vallarola, con il suo post
del 5 Aprile, è il primo a lanciare un allarme, condiviso a
livello nazionale da tanti attivisti: "In
questo periodo di spiagge chiuse in tutta Italia i Fratini stanno
nidificando ovunque. L’assenza di disturbi li porterà a fare il
nido indifferentemente nelle aree libere, di fronte ai lungomari
cittadini e persino dentro le aree in concessione. Possiamo essere
certi che già da Pasqua i titolari delle concessioni inizieranno a
fare una pressione forte su Governo, Regioni e Comuni per poter
“perlomeno” iniziare a sistemare la spiaggia in previsione di una
apertura di stagione per il fine settimana del primo maggio o
comunque prima del ponte del 2 giugno".
A dare l'avvio alle danze, è proprio il Governatore della Regione
Abruzzo che il 13 aprile firma un'ordinanza con la quale permette
agli operatori turistico-balneari la pulizia esistemazione degli
arenili. Nel frattempo, sulla scia dell'appello di Vallarola,
Francesca Santarella di Italia Nostra Ravenna realizza una bozza di
lettera da inviare alle autorità di competenza in Emilia Romagna,
cui segue, in data 18 aprile, una
lettera ufficiale del Comitato Nazionale di Conservazione del
Fratino, inviata al Ministero dell'Ambiente, all'ISPRA Istituto
Superiore per la Protezione Ambientale, alla Guardia Costiera, e ai
Carabinieri Forestali, per richiedere, nel contesto dell'emergenza
del Coronavirus, la tutela dell'avifauna nidificante sulle spiagge e
la regolamentazione delle operazioni di preparazione spiagge per la
stagione balneare 2020. L'ISPRA, a sua volta, recepita la lettera del
CNCF, emette una Nota
tecnica, nella quale, citando il Fratino e la Beccaccia di mare,
parla di un "concreto
rischio soprattutto nel caso in cui la ripresa delle attività umane,
con il conseguentemente aumento del disturbo negli ambienti costieri,
avvenga in maniera troppo repentina o senza una forma di attento
monitoraggio".
La
notizia viene ripresa il 27 aprile in un articolo dal titolo "State
attenti ai nidi sulle spiagge",
sul sito web di Repubblica, un quotidiano che deve nutrire notevoli
sensi di colpa nei confronti del Fratino, per aver appoggiato senza
se e senza ma lo sciagurato Tour di Jovanotti attraverso buona parte
dei suoi siti di nidificazione.
A seguito di tanta mobilitazione, quasi ovunque si riesce a garantire agli attivisti la possibilità di effettuare dei sopralluoghi, vuoi grazie ad Ordinanze regionali o comunali, vuoi tramite la disponibilità della Guardia Costiera, della Protezione Civile, dei Carabinieri Forestali, dei Vigili Urbani o dei Vigili del Fuoco. Chiunque sia interessato alle sorti del Fratino non può che ringraziare tutti coloro che, dimostrando quel pizzico di buon senso e di buona volontà necessario, pur in una situazione di emergenza epidemiologica, si è impegnato nella riuscita di queste operazioni. Solo pochissimi Comuni interessati mancano all'appello. Tra questi Vasto, la cui Amministrazione, evidentemente priva anche di quel pizzico di buon senso e di buona volontà, nulla ritiene di dover fare, nonostante il Fratino nidifichi costantemente nell'areale compreso tra Fosso Marino e il Torrente Buonanotte, al confine con San Salvo. Nonostante oltretutto che gran parte di quest'area sia occupata dalla Riserva Naturale Marina di Vasto, la cui Gestione congiunta, di Legambiente e WWF, ancora una volta, su una questione di rilevante interesse naturalistico, fa registrare il suo imbarazzante silenzio.
Il Gruppo Fratino Vasto, il Comitato Dune Bene Comune, e la SOA Stazione Ornitologica Abruzzese - anche con una lettera del 16 aprile agli Enti competenti- tentano inutilmente di sollecitare un interessamento dei Comuni di Ortona e Vasto, laddove San Salvo risponde invece positivamente. Con tutti gli altri attivisti in lockdown, tocca allora al sottoscritto, che
risiede a Vasto Marina, nei
limiti consentiti dalle vigenti leggi, e portando a passeggio il proprio cane -ovviamente al guinzaglio- spingersi almeno fino al
Lungomare Duca degli Abruzzi, per dare una rapida occhiata allo stato dell'arte. Facendolo
mi munisco di una copia stampata, tanto del decreto del Governo,
quanto dell'Ordinanza sindacale che garantisce 500 mt di raggio d'azione, sapendo che probabilmente dovrò
questionare con le pattuglie di passaggio, come mi è più volte accaduto di dover fare nei giorni scorsi, anche a una distanza di solo 100 mt da casa. Ovviamente evito di portarmi il binocolo, cerco di fare il
più rapidamente possibile (non dico che faccio attenzione al distanziamento sociale perché la spiaggia è totalmente deserta dal 17 marzo, a parte il passaggio delle ruspe) e quindi il sopralluogo che posso
realizzare è fugace, puntuale e poco efficace. Non posso certo
spingermi oltre, nei confini della Riserva Marina di Vasto,
interdetta oltretutto da Ordinanza Sindacale. E non capisco perché la Gestione della Riserva non si sia mobilitata adeguatamente, per tutelare il Fratino e la Cappellaccia, simbolo dell'area protetta, visto che nell'altra Riserva vastese, Punta Aderci, le attività di monitoraggio da parte del personale sono consentite. Oggi, 28 aprile, non riesco ad avvistare
nessuna coppia, qualche giorno fa ero riuscito a vederne una in zona, ma di
certo qualunque persona di buon senso può comprendere che non si può effettuare un efficace monitoraggio naturalistico in queste condizioni.
Provvedo però a fotografare, nel passaggio, lo stato deplorevole in cui
versa ancora la spiaggia del Lungomare, a seguito delle vicende della
scorsa estate quando, per realizzare il concerto di Jovanotti, il
Luna Park fu maldestramente -e alla fine inutilmente- spostato nell'area
Eventi. Area nella quale da molti anni il vero evento sono le
nidificazioni del Fratino, nonostante l'Amministrazione e molti
operatori turistico-balneari non gli diano la dovuta importanza. Nella foto
potete vedere, a destra, un tratto di spiaggia al naturale, come si
presenta senza impattanti interventi dell'uomo, con le fioriture di Silene e Ginestrino in primo piano, a sinistra il tratto
adiacente, con un campetto di calcio, ivi collocato nell'ambito dei
lavori preliminari del JBP, infine ancora a sinistra il tratto di
spiaggia dove è stato parcheggiato per alcuni mesi l'autoscontro,
dopo pesanti lavori di sbancamento e preparazione dell'arenile, a
mezzo di ruspe. I danni ecologici sono ancora evidentissimi, un'ampia
zona è totalmente priva di vegetazione (e ci vorranno anni perchè
torni ai livelli della foto di destra) mentre nel campetto di calcio
si può notare lo stesso nefasto effetto prodotto dal cosiddetto
"human trampling", ovvero dal calpestio, con il conseguente
compattamento del suolo che ne modifica le condizioni ecologiche.
Avvicinandosi alla battigia persiste invece una piazzola in blocchi
di cemento -foto in basso- che era probabilmente a servizio di qualche giostra, con il
suo faro per l'illuminazione. Duole segnalare che tutte le aree
fotografate, specialmente quelle in pessime condizioni, sono state
negli anni scorsi oggetto di una intensa attività di nidificazione
del Fratino, e che evidentemente nella scala di valori del Comune
questo uccello protetto, tanto da Direttive Europee, quanto da Ordinanze Regionali, occupi una posizione piuttosto bassa, nonostante sia tra i
parametri per l'assegnazione della tanto agognata bandiera blu.
Ma voglio rivolgere comunque un appello agli amministratori vastesi: visto
che non si sono certo prodigati per consentire almeno un sopralluogo a tutela del Fratino, e visto che il danno alla
vegetazione, nella spiaggia di Lungomare Duca degli Abruzzi, è
oramai cosa fatta, è possibile ottenere almeno lo spostamento del
campo di calcetto -la cui sede era un poco più a nord, a lato dello stabilimento Acapulco
- e la rimozione della piazzola in cemento?